E’ NATO IL CO-HOUSING “CASA FEDERICO”!

A quasi due anni dall’apertura del nostro centro diurno per senzatetto è partito un progetto della massima importanza per la nostra associazione: si tratta di “Casa Federico”.

È un appartamento condiviso tra alcuni degli ospiti che frequentano regolarmente il centro di Via Chiassaia: camere doppie e singole, cucina e pasti in comune, regole condivise e responsabilizzazione dei coinquilini. La partecipazione è stata proposta a ospiti che frequentano il centro da lungo tempo, che hanno seguito incontri e corsi su motivazione e ricerca del lavoro, ed è monitorato dai volontari referenti del progetto con l’obiettivo di realizzare un’esperienza proficua inserita all’interno della città.
L’appartamento è entrato in funzione lo scorso novembre, e dopo i primi assestamenti ha trovato un buon equilibrio.

“E’ un progetto importante a cui abbiamo dedicato la massima attenzione” ha detto Piero Frosini, il volontario che ha seguito l’avvio del progetto come responsabile “la Fraternità ha preso accordi per l’appartamento e gli ospiti che ci vivono contribuiscono alle spese, oltre a gestire in autonomia pasti e pulizie. Una grande prova di fiducia e di responsabilità per chi, per motivazioni varie, si era trovato a dormire per strada o in rifugi di fortuna e adesso ha l’occasione di ripartire”.

“Sta andando benissimo” commenta Domenico, uno degli inquilini “ognuno ha la sua vita, ma ci sono momenti comuni: ad esempio cuciniamo e mangiamo insieme. Il mio augurio è che anche altri possano avere questa opportunità”.

Un co-housing singolare, questo della Fraternità Bindi, con regole scritte attaccate in cucina, condivise dai coinquilini e con un filo diretto con i responsabili della fraternità che supervisionano l’esperienza.

“Casa Federico” è un progetto pilota della Fraternità, che potrebbe portare a ulteriori sviluppi sul fronte dell’emergenza abitativa ad Arezzo. Da due anni la Fraternità opera nel sostegno a persone senza fissa dimora fornendo colazioni, bagni e servizi come docce, lavatrici, etc.. accanto ad attività di tipo culturale, motivazionale e di ricerca del lavoro. A due anni dall’apertura del centro siamo in grado di dare alcuni dati che fotografano parzialmente la problematica delle persone senza tetto ad Arezzo: ogni anno il centro registra circa 7.000 accessi, gli utenti sono per un terzo italiano e per due terzi stranieri (di cui più della metà magrebini), ci sono storie e vite difficili alle spalle di chi si rivolge alla Fraternità, ma anche, spesso, la voglia di ripartire. Tra ospiti “fissi” e persone che si fermano poche volte e poi si allontanano dalla città si parla di circa 100 persone più seguite da vicino, con cui si hanno rapporti più stretti, per scendere poi a circa 30 soggetti di cui la Fraternità si fa carico seguendo percorsi personali in collaborazione con la USL, la Caritas, il Comune di Arezzo.

“Casa Federico” è un sogno che si è avverato e che all’apertura del centro nel 2014 sembrava irraggiungibile. Non è sempre facile dare continuità alle attività, soprattutto considerato il carattere volontario delle collaborazioni e le crescenti spese. Tuttavia in due anni si è creata una rete importante e il centro diurno è diventato davvero un punto di riferimento per gli operatori del settore e per coloro i quali non hanno un posto dove dormire e dove usufruire di servizi.  L’auspicio per il terzo anno di vita di questa esperienza è di potergli dare una vera stabilità e una maggiore solidità, anche in collaborazione con gli altri operatori pubblici e privati del sociale aretino.

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