I volontari della fraternità con la guida di Francesco Zarro: “diamo significato ad ogni gesto”

I VOLONTARI DELLA FRATERNITA’ CON LA GUIDA DI FRANCESCO ZARRO: “DIAMO SIGNIFICATO A OGNI GESTO”

I volontari della fraternità Federico Bindi sono un gruppo di persone che spontaneamente si sono aggregate attorno all’associazione prestando tempo, energie e ingegno per la buona riuscita delle attività soprattutto relativamente al centro diurno per senza tetto.
Ma non solo. Sono anche un microcosmo di caratteri, motivazioni, aspirazioni che incrociandosi tra di loro moltiplicano l’effetto benefico del “donarsi gratuitamente agli altri”.
Qualcuno dietro le quinte, qualcuno in prima linea, ogni singolo volontario fa la differenza.

Da circa un anno l’associazione collabora con uno psicologo professionista, Francesco Zarro, con un lungo passato di esperienze comunitarie, volontario egli stesso, che accompagna e guida il gruppo che presta servizio alla mattina e al pomeriggio al centro di Via Chiassaia, gestendo quotidianamente il rapporto e le problematiche con gli ospiti, quasi tutti senza fissa dimora, che qui vengono a riposarsi, fare colazione, utilizzare i servizi o anche solo a fare una chiacchierata.
Zarro è presidente dell’Associazione “L’Ombelico” che mette a disposizione le proprie risorse a sostegno della nostra associazione: lo fa ad esempio con il tempo e la professionalità dello stesso Zarro e del counselor Daniele Scarpellini.

“È un lavoro a metà tra la formazione e la supervisione quello che facciamo insieme” racconta Zarro che incontra il gruppo ogni mese per circa due ore. “Formazione per crescere, supervisione per guidare, commentare e analizzare insieme dubbi e domande che sorgono in ciascun partecipante al gruppo”. Dallo studente a chi è in pensione, uomo o donna, giofacebook_1457856284534vane o adulto, tra i volontari della Fraternità Bindi si trovano tutte le opzioni, ma il fil rouge che lega tutti quanti insieme è la convinzione di andare nella giusta direzione, a volte con paura, fatica e frustrazione, a volte con soddisfazione, ma sicuramente ognuno ha rilevato che quanto si dà – come spesso accade nelle esperienze di volontariato – è una minima percentuale di quanto si riceve.
Questo vale anche per chi il gruppo lo guida “All’inizio è stato più faticoso”, dice Zarro, “il gruppo aveva bisogno di accordarsi, di ascoltarsi, di trovare una coesione tale da costituire una base per tutti, non solo per il singolo che veniva alle riunioni. Le nostre attività sono sempre state in progress, comincio io con un tema, ma poi larga parte del tempo che passiamo insieme è dedicata ai dubbi di ciascuno, alle insicurezze, alle domande e su questo costruiamo i nostri incontri”.

Nello stile della fraternità la cura dei volontari significa dar loro, in modo professionale e competente, strumenti per gestire le relazioni con gli ospiti del centro, allontanandosi da un pericoloso assistenzialismo, ma dando significato a ogni gesto, percorrendo quel sentiero di promozione della persona che spesso viene ripetuto nelle riunioni del direttivo, nelle decisioni, negli incontri. Non si tratta di un’impresa semplice, ma con tenacia e con la partecipazione più ampia possibile è quello che la Fraternità intende perseguire.

Il gruppo di volontari è aperto a tutti, anche a coloro che sono interessati a capirne un po’ di più, magari iniziando proprio con questi incontri e solo successivamente prestando servizio al centro. C’è spazio e bisogno dell’aiuto di tutti!

Francesco Zarro, psicologo e psicoterapeuta è Giudice Onorario presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze, esperto psicologo dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana, collaboratore alla didattica presso la Società italiana di Psicosintesi Terapeutica.

Questa voce è stata pubblicata in Notizie. Contrassegna il permalink.